Se consideriamo la funzione del contratto nell’ottica delle imprese sembra difficile accettare l'idea che la sua redazione sia compito esclusivo dell’avvocato (o del dipartimento legale aziendale). Oltre agli aspetti legali, ci sono infatti aspetti tecnici, finanziari, di implementazione e logistici da considerare, e i relativi responsabili aziendali da ascoltare per assicurarsi che l’azienda sia nelle condizioni di eseguire senza perdite le prestazioni cui si obbliga e di ricevere utilmente le prestazioni cui l’altra
impresa si è obbligata.

 

Proprio perché nella loro forma più riuscita i contratti possono consentire di ottimizzare l’efficienza operativa dell’impresa, gli utilizzatori interni di un contratto aziendale devono avere ben chiaro nel momento in cui l’amministratore firma che cosa il contratto richiede loro di fare, dove ed entro quando. 

Quando si tratta di contratti commerciali, perciò, il primo problema da affrontare per la soluzione del quale il Legal Design può dare un aiuto decisivo è un problema di comunicazione: come elaborare il contenuto del contratto e come redigerlo perché tutti coloro che in azienda dovranno contribuire alla sua esecuzione e che non hanno una formazione giuridica siano posti grado di comprenderne in misura adeguata i contenuti. Il Legal Design infatti, attraverso l’approccio multidisciplinare e i principi su cui si basa di chiarezza, semplicità, accessibilità, e personalizzazione mira proprio alla produzione di contenuti giuridici in generale, inclusi i contratti, immediatamente fruibili dall’utente dal punto di vista della comunicazione. 

 

Si può anzi affermare che il Legal Design sia in primo luogo un insieme di tecniche di comunicazione efficace: il modo in cui le informazioni sono rappresentate influenza quello in cui le informazioni stesse vengono comprese ed assimilate e nel Legal Design l’approccio visivo, la rappresentazione cioè dei contenuti con l’uso di immagini, diagrammi, icone, timelines ecc. è una modalità essenziale per coinvolgere tutti i soggetti interessati sia nel processo che nella soluzione adottata a conclusione della trattative. 

 

Utilizzare il Legal Design nella redazione di un contratto significa utilizzare rappresentazioni grafiche delle informazioni quando utili a una migliore comprensione del testo da parte degli utenti non legali, semplificarne il linguaggio utilizzando un lessico comprensibile da tutti senza banalizzarlo, eliminare dal testo tecnicismi non necessari alla produzione dei suoi effetti giuridici, includere tabelle di contenuti ecc.

 

A questo proposito, ci sono da tempo vari esempi di impiego di immagini per facilitare la comprensione di un testo giuridico – c.d. Contract Visualization (1).

Si possono citare tra gli altri:

1. le rappresentazioni per immagini degli INCOTERMS, l’insieme di termini contrattuali internazionali raccolti dalla Camera di commercio internazionale di Parigi, che definiscono come si ripartiscono tra le parti dei contratti di vendita internazionale i costi derivanti dalla consegna della merce e le responsabilità in caso di perdita o danni dei beni mobili venduti.

Immagine https://www.eximshark.com/

Qui sopra uno dei molti esempi reperibili su internet di rappresentazione grafica dei contenuti degli Incoterms

2. Un secondo esempio di legal design sono le licenze Creative Commons, molto utilizzate per i contenuti web, attraverso le quali il titolare dei diritti d’autore autorizza l’uso dell’opera a determinate condizioni. Le licenze CC si basano sul concetto di “some rights reserved”, e producono i loro effetti al momento dell’utilizzo secondo i termini dettati dalla specifica licenza adottata dal titolare dei diritti. Come si legge nel sito di Creative Commons Italia le licenze sono disponibili in tre forme “il Commons Deed (ovvero i simboli user friendly riassuntivi dei termini delle licenze), il Legal Code (il vero e proprio contratto di licenza per esteso) e il CC REL – Creative Commons Rights Expression Language (l’insieme di informazioni leggibili dal computer).”

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CC BY-NC-ND

Attribuzione – Non Commerciale – Non Opere Derivate

3. Altro esempio sono le informative privacy: in questo ambito l’impiego di  “immagini”, sotto forma di icone, è espressamente prevista dall’ art.12 del GDPR,  “Le informazioni da fornire agli interessati a norma degli articoli 13 e 14 possono essere fornite in combinazione con icone standardizzate per dare, in modo facilmente visibile, intelligibile e chiaramente leggibile, un quadro d'insieme del trattamento previsto”. 

 

4. Non solo le immagini possono essere inserite nei contratti ad integrazione del testo ma un riferimento visivo può addirittura sostituire completamente il testo del contratto, invece, di limitarsi ad integrarlo, senza che nessun altro testo prevalga sulla rappresentazione visiva.

Nel 2016, il primo contratto a fumetti, giuridicamente vincolante, è stato adottato da una società sudafricana del settore della coltivazione e lavorazione della frutta.

Robert de Rooy, fondatore di Creative Contracts, mentre faceva ricerche per la sua tesi di MBA sulla relazione che intercorre tra conflitto e visualizzazione del modello di business, si è posto il problema di come s  uperare le difficoltà di persone svantaggiate, che perché analfabete o straniere che non conoscono bene la lingua locale o perché aventi comunque poca confidenza con testi scritti, finiscono per firmare i contratti che li riguardano senza comprenderne bene i termini e le condizioni.   

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La soluzione, sviluppata in alcuni anni di lavoro coinvolgendo un team di professionisti di diverse discipline (avvocati, professori di materie giuridiche, disegnatori ecc citati nel sito Creative Contracts,) è stata quella di creare un “contratto a fumetti”, che rappresentasse diritti, doveri e mansioni dei lavoratori durante il loro periodo di lavoro, ma fosse anche pienamente vincolante dal punto di vista legale.  

Il fumetto, un linguaggio quasi universale, è risultato molto efficace a questo scopo, e dopo questo primo esperimento, l’associazione ha sviluppato altri contratti, con diverse migliaia di firmatari.

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I Comic Contracts sono stati anche utilizzati per accordi di non divulgazione e accordi sulla proprietà intellettuale, mentre la società australiana Aurecon ha progettato e adottato un contratto di lavoro visuale vincolante dal punto di vista giuridico, eliminando più di 4000 parole.

 

Non va dimenticato che, come precisato sopra, nel caso di Creative contracts il diritto applicabile non è quello italiano. In Italia il ricorso al Legal Design nella redazione di documenti di tipo giuridico, (avvenuto finora per lo più in condizioni generali di contratto, privacy policy, cookies policy) oltre a non essere diffuso ,  presenta questioni giuridiche ancora oggetto di dibattito. 

Le immagini inserite nel contratto, oltre a facilitare la comprensione del testo scritto semplificando il linguaggio utilizzato (e con ciò anche, in certa misura, prevenire il contenzioso) possono essere considerate una valida manifestazione di volontà delle parti e quindi parte integrante dell’accordo?  

In altre parole, è possibile secondo il nostro ordinamento attribuire alle immagini funzione integrativa della volontà delle parti?  E, soprattutto, che cosa accade nel caso in cui vi sia contrasto tra parte verbale e parte per immagini del testo contrattuale? alle immagini inserite nel contratto, sono applicabili i principi e le norme in materia di interpretazione del contratto?

Fino ad oggi la questione del rapporto immagini/testo scritto è stata affrontata dalla giurisprudenza solo con riferimento ai contratti di vendita immobiliare e alla funzione che rispetto a questa tipologia svolgono Un tipo di contratto in cui l’immagine ha una funzione riconosciuta è quella della vendita di beni immobili. Paradossalmente, una tipologia contrattuale per la quale è prescritta la forma scritta per la validità è quella rispetto alla quale è stato preso in considerazione il rapporto tra planimetrie e atto notarile di trasferimento della proprietà. 

Esiste infatti un orientamento della Cassazione che può dirsi consolidato secondo il quale: “le piante planimetriche allegate ai contratti aventi ad oggetto immobili fanno parte integrante della dichiarazione di volontà, quando ad esse i contraenti si siano riferiti nel descrivere il bene, e costituiscono mezzo fondamentale per l’interpretazione del negozio, salvo, poi, al giudice di merito, in caso di non coincidenza tra la descrizione dell’immobile fatta in contratto e la sua rappresentazione grafica contenuta nelle dette planimetrie, il compito di risolvere la quaestio voluntatis della maggiore o minore corrispondenza di tali documenti all’intento negoziale ricavato dall’esame complessivo del contratto”.(Cass civ, sez.II, n.26609/2016 e sentenze ivi citate.)

Conclusivamente, può dirsi che allo stato, quello del Legal Design è ancora un fenomeno in progress, con alcuni punti fermi quali l’attenzione alle esigenze dell’utente, l’attitudine alla chiarezza comunicativa anche nel settore giuridico, l’interdisciplinarietà

Come affermano Ignazio Felcher e Enrico Consolandi in un articolo pubblicato sulla rivista “La Magistratura” 20 gennaio 2017 :” di Legal Design ne hanno bisogno … i giuristi in genere, primi tra tutti gli avvocati. Non possiamo infatti nasconderci che la professione del legale è cambiata. L’obiettivo dell’avvocato non è più (o non è più solo) quello di vincere le cause; l’avvocato deve porsi come primo obiettivo quello di intercettare gli elementi di crisi anticipando soluzioni che evitino all’utente di restare intrappolato tra le maglie della giustizia. Per fare questo anche il suo modo di comunicare, la sua strategia il suo promuoversi e proporsi deve cambiare.”